Mercoledì 15 Marzo 2023, dalle ore 18.00

Con la Dott.ssa Sofia Gallarati (Psicologa e responsabile di Sede Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus)

 in dialogo con l’Associazione Change the Game


Sensibilizzare e conoscere.

Di seguito il link Zoom per accedere al webinar:

A partire dalla sua esperienza clinica, l’Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus ritiene molto
importante offrire la possibilità di creare, all’interno di club e società sportive, un dialogo e un confronto
rispetto alle fragilità, allo stress, alle paure e agli aspetti prettamente psicologici che riguardano sia la
crescita e la formazione personale dell’atleta sia la sua preparazione sportiva. La necessità odierna,
all’interno dei club sportivi e dei team, è infatti quella di riuscire ad affiancare alla preparazione dell’atleta
anche la componente psicologica affinché si possa pensare ad una formazione che non sottovaluti nessun
aspetto della crescita del soggetto. L’ambiente sportivo infatti è un’importante palestra di vita in cui il
soggetto può fare esperienza di sé, del proprio corpo e delle proprie capacità crescendo e formandosi come individuo. Ecco quindi l’importanza che quello sportivo sia un luogo protetto, sicuro e sereno, in cui vigono ascolto e rispetto. Solo all’interno di un ambiente che tutela i tempi e le caratteristiche di ogni soggetto che si sperimenta con il proprio sport, sarà possibile “allenarsi a crescere”. Certamente lo sport ha una funzione positiva ed educativa anche rispetto alla questione del corpo, in quanto può spostare l’attenzione da «come il corpo appare» a quello che sa fare, permette di fare e alle sue capacità. Quali sono però i rischi e fragilità che gli atleti possono incontrare? Quali sono le specifiche patologie alimentari dell’ambito sportivo? RED-S, anoressia atletica e le altre forme di disordine alimentare nello sport verranno approfondite in un’ottica di sensibilizzazione e prevenzione.


Violenze e abusi sono purtroppo all’ordine del giorno in alcuni contesti sportivi. Caratterizzano in maniera
specifica parole, comportamenti, atteggiamenti e sguardi di allenatrici/tori, sono quasi legati a doppio filo
ai loro metodi di insegnamento. L’atleta va considerata come persona, sostanza capace di trascendersi. È sì costituita da un corpo che consente di allenarsi, essere competitiva, vincere o perdere, ma è anche altro, in funzione del soggetto unico e particolare che rappresenta. Troppo spesso negli ambienti agonistici in cui si eleva l’elemento prestazionale a unico scopo, il corpo della giovane atleta viene schiacciato da una visione meccanicistica, finalizzata al solo obiettivo di raggiungere la massima performance. Ecco il rischio che questo corpo venga spremuto, sovraesposto, analizzato, in nome di un obiettivo prestazionale e sportivo, tralasciando tutto ciò che il soggetto è e vive.
Il pericolo è che, nel momento in cui il corpo della ragazza non riesce più a reggere gli stessi ritmi, smette di vincere, o incontra qualche intoppo, allora il soggetto cessa di esistere, in quanto ridotto al solo corpo
performante. L’atleta rischia di trovarsi abbandonata, persa, senza più un riferimento e con un corpo che rappresenta un ostacolo. È a questa punto che può incombente il rischio di una soluzione sintomatica che
ingabbia il corpo (sfruttato, asservito al volere dell’altro) e cerca di annientarlo.
La violenza psicologica riguarda anche l’ambito sportivo e comporta rischiosi effetti per le atlete, a livello
mentale e fisico, come, ad esempio, la strutturazione di un disturbo alimentare specifico o un disagio
psicologico. È fondamentale creare occasioni di sensibilizzazione e formazione all’interno dei centri sportivi, coinvolgendo tutte le figure che lavorano e incontrano le atlete.
È diritto di ogni atleta vivere il proprio sport come occasione positiva di crescita, sviluppo e
autodeterminazione, e per questo è necessario garantire che gli ambienti sportivi siano luoghi sicuri,
rispettosi e informati. L’Associazione intende inoltre creare un dialogo rispetto all’ideale sportivo e
all’influenza del discorso sociale nell’ambiente sportivo, interrogandosi rispetto a due modelli che, ad oggi, hanno visibilità nella nostra cultura e che, talvolta, vengono sovrapposti: l’ideale sociale e l’ideale sportivo.
Cosa vogliono dire questi due termini, cosa significano?